Fior di Libri

Ad ogni lettore il suo libro. Ad ogni libro il suo lettore. (Ramamrita Ranganathan)

Dario Amadei, Elena Sbaraglia, Chiedilo ai libri

La premessa che introduce il saggio di Dario Amadei, medico e divulgatore scientifico, e di Elena Sbaraglia, psicologa e operatrice culturale, è: “Leggiamo i libri con gli occhi giusti!”. Tale concetto si lega al ruolo e alla funzione della Biblioterapia, una disciplina nota ai più solo di recente, ma di cui gli autori tengono a sottolineare le radici molto antiche, le quali si legano addirittura all’iscrizione posta all’ingresso della Biblioteca di Alessandria D’Egitto, in cui la stessa viene definita “Luogo cura dell’anima”.

Nella seconda metà dell’Ottocento già si parla dei benefici della lettura sui pazienti psichiatrici e nella prima metà del Novecento la biblioterapia viene utilizzata per i reduci della Prima Guerra Mondiale, per i quali vengono create delle biblioteche ospedaliere. Negli anni si diffonde e struttura sempre di più l’impiego di letture personalizzate per pazienti con disagi psichici, soprattutto grazie allo psichiatra americano William Menninger che, insieme al fratello Karl, cerca di dare alla disciplina delle basi scientifiche. Dagli Stati Uniti le sue teorie si propagano in Europa e, infine, in Italia.

Ne deriva come la biblioterapia possieda una funzione che può essere definita “curativa”, basata sul rapporto tra un “terapeuta-facilitatore” e un “lettore-paziente” che, attraverso le storie, riesce a identificare il male che lo affligge e, quindi, ad affrontarlo. Nel 2010 gli autori hanno creato Magic Blue Ray, un contenitore culturale ad essa ispirato e fondato sulla “bibliolettura interattiva” ossia incentrata, appunto, sull’interazione tra il facilitatore e il suo gruppo di lettura, in cui vengono condivise le emozioni che un libro ha destato in ognuno dei partecipanti. Infatti, uno dei principi fondamentali della bibliolettura è l’importanza non del contenuto del libro ma di quello che suscita nei lettori a livello emotivo, in positivo e in negativo, che verrà condiviso con gli altri senza timore di sbagliare o di essere giudicati ma, anzi, con il risultato di essere finalmente compresi.

L’avvicinamento alla lettura dovrebbe avvenire sin dall’infanzia, coltivando nel bambino anche l’“intelligenza narrativa” strettamente legata a quella emotiva che porta a riconoscere le proprie emozioni e ad accettarle, comprendendo, allo stesso tempo, quelle altrui. Proprio su questo si innesta l’intelligenza narrativa in quanto basata sull’interazione sociale. Nei corsi di bibliolettura interattiva e narrazione emotiva per bambini tenuti dagli autori, si pone come obiettivo anche lo sviluppo dell’intelligenza digitale, affrontando temi come la sindrome di dipendenza da internet, la nomofobia (dipendenza dai dispositivi mobili), il cyberbullismo, la pedofilia digitale, la sindrome del piccolo influencer, attraverso strumenti che ne stimolano l’intelligenza psico-motoria, quella grafico-pittorica e quella naturalistica (osservazione ed esplorazione della natura per raccontare sé stessi).

I libri rappresentano uno strumento fondamentale per la crescita personale, per educare la propria sensibilità e per imparare a rispettare quella altrui. Per questo chi si occupa di biblioterapia deve fare attenzione ai bisogni narrativi di chi ne usufruisce, scegliendo dei libri che non restino in superficie, ma nemmeno siano troppo complessi e che, invece, riescano, in maniera fluida ma con contenuti di qualità, a penetrare nel profondo dell’anima, suscitando riflessioni e lasciando il segno. Individuare “la storia giusta” aiuta il lettore a entrare in una sorta di “flow”, in un flusso che porta via dalla dimensione spazio-temporale del presente e conduce a un passato, magari lontano e dimenticato, che aiuta a comprendere e vivere meglio il presente. L’esperienza emotiva che si vive durante la bibliolettura può, infatti, aiutare a sciogliere nodi intricati e dolorosi, a incoraggiare processi di cambiamento, a controllare le emozioni che scaturiscono da tutto ciò, grazie all’interazione con il facilitatore che deve favorire un confronto produttivo e libero, privo di condizionamenti e giudizi.

La lettura può rappresentare un luogo in cui rifugiarsi quando la realtà si fa troppo opprimente, i personaggi dei libri diventano dei compagni di viaggio che suscitano sensazioni, piacevoli o dolorose, ma che comunque innescano processi di crescita. Gli autori sottolineano che quando i libri cessano di diventare un obbligo si trasformano in “specchi della nostra anima”, sono “amici fedeli, che ci mostrano delle verità, sollevano dubbi, ci tranquillizzano e generano in noi benessere” e il fatto che la lettura si compia nell’immobilità e nel silenzio agevola l’apertura a sentimenti ed emozioni e diventa momento creativo. Il rapporto che si instaura con i libri, inoltre, è molto personale perché pensiamo di sceglierli ma in realtà sono loro ad attrarre noi attraverso un richiamo silenzioso: li prendiamo, li abbandoniamo, li ritroviamo, finalmente vi entriamo in sintonia e li utilizziamo per prenderci cura di noi stessi, crescere, esprimerci e affermarci.

Particolarmente utile è la bibliolettura nelle scuole, come hanno potuto sperimentare gli autori nei loro laboratori realizzati da quella dell’infanzia alla secondaria. È soprattutto in quest’ambito che essa deve manifestare la propria interattività ossia essere trasmessa da un educatore entusiasta a un uditorio che ha voglia di raccontarsi e raccontare e, soprattutto, condividere. La lettura consapevole educa bambini e ragazzi ad aprire la mente, migliorare il linguaggio, interpretare e conoscere la vita e sviluppare l’empatia. Essa colma i bisogni più importanti per il benessere degli esseri umani come: emozionarsi, conoscere e conoscersi, viaggiare con la fantasia, sentirsi compresi e comprendere gli altri. Anche per questo motivo occorre scegliere o consigliare dei libri, soprattutto ai più giovani, con molta attenzione, senza fretta, senza fidarsi di marchi celebri a scatola chiusa e dedicando il giusto spazio alla lettura individuale e a quella condivisa, basandosi su competenze che derivano dall’esperienza.

Se correttamente indirizzata, la lettura può aiutare ad affrontare la vita e i suoi problemi con serenità, a comprendere i meccanismi dell’amore e dell’amicizia, a universalizzare la sofferenza ma anche ad accettare la nostra unicità, a rievocare i nostri ricordi antichi e recenti, ad acquisire fiducia in sé stessi, soprattutto, a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, come in una sorta di terapia. Concludono gli autori: “noi siamo storia, siamo sia personaggio che scrittore, siamo narratori per natura”, e ogni cultura ha le sue storie che la identificano e identificano ognuno di noi. Ciò condensa un saggio veramente illuminante, per lo più scorrevole, con alcuni concetti che si ripetono ma con l’intento di ribadire i punti cardine di un discorso incentrato sull’importanza e il valore della lettura, la quale è un’abilità e un’arte al contempo, corredato di esempi relativi a scrittori e opere in grado di guidare i lettori in modo mirato, dall’infanzia all’età adulta, in un percorso di crescita personale.

Fiorella Ferrari

Dario Amadei, Elena Sbaraglia, Chiedilo ai libri, Castelvecchi, Roma, 2022, p. 117, 16,00 euro.

Lascia un commento

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 27 marzo 2023 da in Libri, Recensioni, Saggistica con tag , , .